Lettera aperta all’assessore Valentina Orioli. E spero che anche il sindaco Lepore la legga
Mi chiamo Fabio Faccioli e la ringrazio, assessore, per tutti i problemi che ci ha causato. La ringrazio per i disagi, i disservizi e le difficoltà che le sue improvvide iniziative hanno scaricato sui residenti di quest’area di Bologna oggi, come ha fatto con indicibile abnegazione in altre zone in passato.
In qualità di residente della zona interessata, in qualità di membro di una famiglia che sta subendo questi disagi, io pretendo di sapere perché lei e la giunta di maggioranza che rappresenta ci abbiate fatto passare tutto questo:
Io voglio sapere perché avete buttato al macero un’enorme quantità di denaro pubblico (quindi NOSTRO!) per realizzare questa catastrofe concettuale, quando con gli stessi fondi avreste potuto realizzare una ciclabile perfetta e realmente sicura per tutti!
Di seguito le spiegazioni punto per punto dei problemi che avete creato.
Chi invece vuole andare direttamente alla soluzione può scendere al punto 4.
Da inizio agosto è stato vietato il parcheggio in tutta via Laura Bassi e via Mengoli a causa dei lavori di ripavimentazione, quando in realtà con un po’ di pianificazione sarebbe stato possibile effettuarli a zone con un disagio di pochi giorni. Abbiamo sopportato il polverone che la grattatrice di asfalto ha sollevato (polvere contenente bitume, quindi tutt’altro che salutare), senza che a nessuno fosse venuto in mente di posizionare degli aspiratori per proteggere la salute delle persone. Abbiamo sopportato settimane con i marciapiedi sventrati, che costringevano a passare in mezzo alla strada per raggiungere i punti non transennati, e i cui detriti bituminosi si attaccavano ai cuscinetti dei nostri amici a quattro zampe. Poi, settimane dopo, un ulteriore divieto di parcheggio, con rimozione di diverse auto, per la segnaletica a terra.
E questo per cosa? Il marciapiede (parlo per la zona che frequento, da via Mazzini alle scuole Marconi) non aveva particolari problemi di pavimentazione, tranne che in prossimità degli incroci. In via Mengoli avete allargato le aiuole degli alberi, creando delle inutili e pericolose riseghe nel bordo del marciapiede in cui è facile inciampare e cadere (spero abbiate già messo da parte un fondo per le cause che subirete a ogni inciampo). Le suddette aiuole sono state riempite di ghiaione di fiume che inevitabilmente viene mosso ogni volta che le auto parcheggiate vi manovrano sopra e i cui sassi vengono portati in giro finanche sulla carreggiata, dove, colpiti dalle auto in movimento (che siano o meno esse sotto il demenziale limite del 30 all’ora non cambia il risultato), schizzano in tutte le direzioni come proiettili (spero che anche in questo caso abbiate predisposto un fondo per gli indennizzi a persone, animali e cose). Sappia che se un cane di piccola taglia viene colpito alla testa da uno di quelli, non ha alcuna possibilità di sopravvivere, e responsabilità e conseguenze saranno sue, assessore.
Avete demolito un marciapiede che aveva bisogno di interventi limitati, con un costo non trascurabile per i contribuenti bolognesi, per realizzarne uno molto più pericoloso di prima. E per cosa? Per togliere la ciclabile, visto che era a sua volta pericolosa per i pedoni, avete detto.
È innegabile: le ciclabili sui marciapiedi sono pericolose per i pedoni. Io stesso ho rischiato di essere investito più volte da biciclette: una volta perfino mentre uscivo dal cancellino di casa, perché il ciclista stava passando a tutta velocità rasente al muro per superare le bici che erano sulla ciclabile. E almeno un paio di volte ho salvato all’ultimo secondo il mio cane che allo stesso modo stava per essere messo sotto.
Ma questo è dovuto in parte alla convivenza tra biciclette e pedoni (come voi dite che è pericolosa la convivenza tra autoveicoli che vanno a 50 all’ora e bici che vanno a 30, allo stesso modo deve esserlo quella tra bici che vanno a 30 all’ora e pedoni che vanno a 4), e dovuto in parte alla diffusa inciviltà stradale di una porzione non trascurabile di ciclisti: i quali vanno contromano, ad alta velocità, sorpassandosi e/o incrociandosi al di fuori dell’area della ciclabile, senza segnalazioni visive (fari) e sonore o tenendo le mani sul cellulare invece che sul manubrio. Questo a causa della totale assenza di qualunque forma di sorveglianza, perché vedere un vigile, un agente o un carabiniere a piedi a Bologna è semplicemente inconcepibile (l’ultima volta mi è capitato 25 anni fa in centro sotto un portico). Intervenire su questo punto, aiuterebbe.
Tornando allo spostamento della ciclabile dal marciapiede alla carreggiata stradale, la motivazione che avete addotto a tale iniziativa è per migliorare la sicurezza. Chiaro, i pedoni ringraziano, ma i ciclisti?
Sarà realmente vero quello che dite? Perché la scienza, quella vera, non quella fantasiosa che sbandierate voi a sproposito (fatta di simulazioni di cui non divulgate le condizioni di partenza e pertanto non verificabili), la scienza vera dice il contrario. Dice che quando si parla di analizzare e/o influenzare i comportamenti e i flussi delle persone, Le uniche discipline da seguire sono la Psicologia Cognitiva e quella Comportamentale. Solo ed esclusivamente in base a esse si possono sviluppare i successivi modelli matematici. Ma voi non lo avete fatto. E questo lo so perché la Psicologia Cognitiva dichiara che i tempi di reazione automatici sono di gran lunga inferiori a quelli delle decisioni volontarie: ovvero, in caso di evento imprevisto e improvviso, si innescano prima.
Come influisce questo sulla ciclabile in strada?
Banalmente, spiega la differenza di comportamento che le persone hanno quando si trovano di fronte a un ostacolo FISICO rispetto a uno LOGICO. Un ostacolo FISICO è un oggetto concreto, come un muro, il bordo del marciapiede, o un’auto (che sia in sosta o in movimento); un ostacolo LOGICO è un’indicazione astratta, come una riga o un disegno per terra. L’istinto e l’esperienza ci dicono che finire contro a un ostacolo FISICO, porta a farsi più o meno male, pertanto va evitato quanto possibile; allo stesso modo, ci dicono che attraversare un ostacolo LOGICO non comporta alcun danno concreto (tranne in casi estremi che fortunatamente in Italia non si verificano). Quindi, l’istinto tenderà sempre a evitare l’impatto con un ostacolo FISICO; al contrario, quando si tratta di ostacoli LOGICI, rispettarli o meno è una decisione volontaria. Ne consegue che, per i principi base della Psicologia Comportamentale, in caso di evento improvviso, la reazione sarà sempre quella di cercare di evitare l’ostacolo FISICO, ignorando quello LOGICO.
Come si applica tutto questo?
Si applica alla miriade di situazioni che si verificano in strada: dall’auto che passa un po’ troppo vicina al ciclista, al pedone che sbuca dal nulla tra le auto parcheggiate. In tutti questi casi, il ciclista tenderà sempre a scartare nella direzione opposta a ciò che lo ha sorpreso (ostacoli FISICI), ignorando la segnaletica a terra (ostacolo LOGICO). Nella fattispecie, considerando il modo scriteriato in cui avete pianificato le ciclabili per tutta Bologna, questo si verifica anche ogni volta che un autista apre la portiera dell’auto: il ciclista reagirà istintivamente scartando verso l’interno della carreggiata stradale, uscendo dalla ciclabile e rischiando di venire investito dalle auto che sopraggiungano (che vadano a 30 o a 50 all’ora, cambia poco: se vengono colpiti cadono a terra e subiscono dei danni fisici). Ancor peggio, nel caso della carreggiata ovest delle due vie interessate (Laura Bassi e Mengoli), le auto sono parcheggiate a spina. Il parcheggio a spina, per sua stessa struttura, pone dei problemi di visibilità a qualunque astista che si appresti a lasciarli a causa della presenza del veicolo parcheggiato che lo precede che ne ostacola, per l’appunto, la visione. È necessario, quindi che il veicolo in uscita dal parcheggio indietreggi un po’ (distanza che dipende direttamente dalle dimensioni dei due veicoli coinvolti), in parte per farsi vedere da chi sopraggiunge, e in parte per superare l’ostacolo visivo rappresentato dall’auto parcheggiata subito prima della propria e vedere bene se qualcuno sopraggiunge o meno. In via Laura Bassi e in via Mengoli, il tracciamento della ciclabile lato ovest implica che quando un vicolo esce dal parcheggio, nel fare la manovra sopradescritta, inevitabilmente invada la ciclabile con il retro dell’auto o, quando meno, si avvicini molto ad essa. Un ciclista che sopraggiunge, che come detto non può venir visto da chi esce dal parcheggio, cosa fa quando vede un ammasso di metallo che si muove nel pieno della sua traiettoria? Come detto prima, reagisce istintivamente scartando in direzione opposta.
A questo punto, ricordo che il forzato inserimento delle due ciclabili ha ristretto enormemente entrambe le carreggiate di marcia. Le auto ci stanno strette, mentre i mezzi pesanti hanno appena poche decine di centimetri di margine. Quindi, che succede se, in uno dei tanti casi citati in precedenza, dovesse sopraggiungere un altro veicolo lungo la carreggiata di marcia a velocità superiore a quella del ciclista? Che non vuol dire superare i vostri tanto amati, quanto inutili, 30 all’ora, perché non tutte le bici tengono quella velocità; anzi, la maggior parte è molto più lenta, soprattutto quelle guidate da anziani o bambini, ovvero proprio dai più fragili in assoluto. Ricordo inoltre che, proprio a causa della presenza delle ciclabili, via Laura Bassi e via Mengoli sono spesso invase dal traffico, quindi questa eventualità è tutt’altro che remota. Per cui, ripeto: che succede nel caso sopracitato? Succede che il ciclista scarta in direzione opposta all’ostacolo FISICO che è apparso nella sua traiettoria, cioè verso l’intero della carreggiata, ignorando l’ostacolo LOGICO della striscetta disegnata per terra, col rischio concreto di venire investito (o quanto meno urtato) dal veicolo che sopraggiunge. E, se si tratta di un mezzo pesante, la cosa non va MAI a finire bene.
Aggiungo poi un altro pericolo causato dalle vostre tanto amate, quanto letali ciclabili disegnate col pennarello. Pericolo che però, per fortuna, interessa poco le due vie in questione, ma altre come ad es. via Murri, via Toscana o via Saragozza, dove la strada non è perfettamente rettilinea, ma curva leggermente. Il pericolo in questione è causato dai mezzi a passo lungo o lunghissimo, come camion (tra cui quelli della nettezza urbana a cui non può essere precluso il passaggio) o gli autobus (che allo stesso modo passano per quelle strade). Questi mezzi hanno la caratteristica di chiudere le curve molto più dei veicoli a passo più corto. È il motivo per cui devono allargare tanto le curve: per non urtare con la fiancata interna o salire sui marciapiedi con la ruota posteriore. Essi inoltre hanno un altro difetto: hanno enormi punti ciechi. Come è stato ampiamente documentato anche in televisione, gli autisti, per quanto attenti, semplicemente non vedono del tutto ciò che hanno intorno: in un servizio sono state posizionati 11 tra pedoni e ciclisti intorno a un camion della nettezza urbana ed è stato mostrato che l’autista non riusciva a vedere nessuno di essi. Ciò vuol dire che quando l’autista di un mezzo a passo lungo affronta una di queste leggere curve della strada, se la carreggiata è stretta (come avviene a causa dello spazio portato via dalla ciclabile), inevitabilmente, per quanto sia abile, al fine di non invadere il senso di marcia opposto, sarà costretto a chiudere la curva, invadendo invece la ciclabile con la parte posteriore del veicolo. Se nel contempo stesse sopraggiungendo un ciclista lungo la ciclabile, a causa dei tanti e ampi punti ciechi di quel tipo di veicoli, esisterebbe il concreto rischio che l’autista, per quanto abile e attento, non si renda minimamente conto della sua presenza, e prosegua, finendo per schiacciarlo contro le auto in sosta.
Analogo problema si verifica ogniqualvolta un qualsiasi veicolo deve svoltare a destra: il rischio di non vedere un ciclista che sopraggiunge sulla ciclabile è concreto e non trascurabile. E la raccomandazione di fare attenzione a destra, lascia un po’ il tempo che trova, perché quando si guarda lo specchietto destro (che a differenza degli altri si trova fuori dal campo visivo) si perde di vista per un attimo quanto avviene davanti: più spesso si è costretti a farlo per paura delle bici sulla ciclabile, e più aumenta il rischio di fare un incidente perché “non si guarda avanti”.
Come ho dimostrato, le ciclabili disegnate sulla carreggiata non sono soltanto un problema per gli automobilisti, ma rappresentano un vero e proprio pericolo per l’incolumità degli stessi ciclisti che dovrebbero usarle e sentirsi più sicuri. Lo stesso sindaco Lepore è stato costretto ad ammetterlo, tanto che in un’intervista di qualche settimana fa ha dichiarato che a causa delle pericolosità “percepita” dai ciclisti, si stava pensando di permettere alle bici da passeggio (ovvero tutte tranne rider e, forse, bici da corsa) di tornare a transitare sul marciapiede. Come se già non avvenisse: sono ben pochi, infatti, coloro che sono tanto pazzi da servirsi di quelle trappole mortali, mentre quasi tutti continuano a viaggiare sui marciapiedi, per di più senza nemmeno la segnaletica a terra visto che l’avete tolta.
Quindi, quale sicurezza dovrebbe portare questa opera di devastazione cittadina? Nessuna! Tanto che persino il sindaco l’ha dovuto indirettamente ammettere!
Un’altra argomentazione da voi sbandierata fino allo sfinimento (il nostro, si intende) è l’inquinamento. Secondo il vostro dogma, la ciclo-pedonalizzazione selvaggia della città dovrebbe portare a una riduzione dello smog. Non dovrebbe essere tanto difficile capire perché non sia affatto così, ma vedrò di spiegarvelo comunque. A che serve togliere il 10 o anche il 20% delle auto e sostituirle con “ecologicissime” biciclette, se poi nel contempo lo stesso provvedimento porta tutti gli altri veicoli a motore a essere fermi, imbottigliati nel traffico a sputare fumo di scarico dallo scappamento? A niente. Anzi, all’esatto opposto.
Signora assessore, io ho un‘abitudine: quando mi trovo di fronte a un problema non mi milito a gridare allo scandalo. Io trovo la soluzione. E ora ve la spiego.
Non che in realtà ci sia molto da spiegare, perché la soluzione del problema l’avete già, anzi, l’avete già realizzata proprio voi o, meglio, uno dei vostri tecnici. Mi riferisco alla ciclabile che si trova sul lato sud di via Jacopo della Lana. Ciclabile che, tra l’altro, si trova proprio dietro l’angolo di viale Oriani che voi volete devastare per trasformarlo nella succursale di Barbieland.
La ciclabile in questione soddisfa tutte le caratteristiche per mantenere in totale e assoluta sicurezza tutti: pedoni, ciclisti e automobilisti. Partendo dalla parete degli edifici, è costituita da: marciapiede di circa 140cm di larghezza; bordo del marciapiede in sasso che porta al livello stradale; ciclabile larga circa 1m a un solo senso di marcia; muretto in sasso e asfalto largo circa 20cm e alto quanto il marciapiede; carreggiata stradale con area adibita al parcheggio e quindi le auto in movimento.
La brillantezza di questa soluzione, che ne garantisce la totale sicurezza, sta nel fatto che le tre tipologie di entità coinvolte (pedoni, ciclisti e auto) sono separate FISICAMENTE, e quindi non possono in alcun modo interagire tra loro. Il pedone deve compiere un’azione volontaria per scendere dal marciapiede e invadere la ciclabile, non può succedere per distrazione: se lo fa senza guardare e viene investito da un ciclista che sopraggiunge, è colpa sua, non del ciclista. Allo stesso modo, il ciclista, a meno che non abbia un’abilità sopra la media, non sarà in grado di salire sul marciapiede e invadere l’area pedonale, quindi sarà costretto a restare sulla ciclabile. In modo analogo, le auto che percorrono la strada dovrebbero superare le altre auto parcheggiate, nonché scavalcare il muretto di separazione per investire un ciclista.
Come vede, basta tenere tutti separati ed eliminare le potenziali interazioni, e i rischi per tutti si riducono ai soli attraversamenti stradali, dove è sempre buona norma guardare.
Questa è la soluzione e, come ho dimostrato, ce l’avevate già a portata di mano. Quindi, ripeto la stessa domanda fatta già più volte: perché avete buttato tanti nostri soldi e ci avete rovinato la vita, quando la soluzione era così semplice? Voglio, pretendo ed esigo di sapere perché!
Fabio Faccioli
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