Lettera aperta al sindaco Matteo Lepore

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I recenti lavori di “riqualificazione” che stanno stravolgendo l’assetto stradale in molti quartieri di Bologna, sembrano essere motivati da una formula che è diventata un punto fermo non negoziabile: automobile = male.

Partendo da questo assioma adottato con convinzione da chi ci amministra, si sta di fatto condizionando pesantemente la vita di tanti cittadini.

Una cittadinanza matura e consapevole come quella di Bologna non si stanca certo di auspicare e chiedere più sicurezza nelle strade (intesa a 360 gradi e non solo riguardo ai potenziali incidenti stradali) e più sensibilità ecologica, ma si trova totalmente scollegata da un’Amministrazione che agisce (come è stato fatto e si sta facendo) imponendo decisioni e modelli “preconfezionati” che mal si adattano o non tengono affatto conto delle condizioni reali dei diversi quartieri e delle specificità delle diverse strade in cui sono applicati e che conducono, anzi, a risultati contrari a quelli auspicati da tutti.

CI CHIEDIAMO:

  • Tracciare delle corsie ciclabili sulla carreggiata, tra le auto in sosta e quelle in circolazione è davvero una soluzione ecologica e sicura?
  • I ciclisti possono sentirsi davvero tutelati e sicuri semplicemente confidando sull’attenzione e sul buon senso degli automobilisti che spesso (specie in manovra di parcheggio) non hanno proprio la possibilità di vederli?
  • L’aria che si respira è davvero più sana in strade in cui le auto sono costrette a utilizzare una corsia stretta e spesso insufficiente per i veicoli più ingombranti (bus, camion…), creando congestioni di traffico e file mai viste prima?
  • I mezzi di soccorso sono facilitati nei movimenti e nella percorrenza in questi nuovi assetti stradali?
  • Le strade senza un adeguato numero di parcheggi per i residenti (che magari non hanno la fortuna o la possibilità di avere un box auto) rendono davvero più vivibili e sicuri i nostri quartieri?

Quest’ultimo punto rappresenta il disagio più grave tra i tanti e lo denunciamo con maggior forza. Non per insensibilità o egoismo ma perché riteniamo colpisca di fatto le fasce più deboli della popolazione (anziani, famiglie e cittadini meno abbienti, bambini…).

Non si può far finta di non sapere che ci sono numerosi cittadini che hanno ancora la necessità di avere la propria auto (magari unica… per lavoro, accompagnamento, o anche solo per fare la spesa dove si ritiene più conveniente…) e di averla il più possibile vicino alla propria abitazione (e non per “vezzo” vicino alla palestra o al ristorante o alla sala da ballo…).

Non si può dare per scontato che chi ha un’auto (e magari una sola… e che magari si è indebitato per averla elettrica) non la usi già in modo rispettoso e responsabile.

Non si può operare in modo così impattante e violento, specie in strade popolose di zone residenziali a scarso interesse turistico o commerciale (e con scarsissima disponibilità di garage…), senza valutare con serietà e rispetto le gravissime controindicazioni, e avere per di più la pretesa di volerci convincere che in questo modo si risolvano tutti i problemi del mondo (stupidi e retrogradi noi se non lo capiamo).

Garantire ai residenti (per quanto possibile e il più possibile) una vita serena nel proprio quartiere crediamo sia doveroso da parte di chi è stato delegato ad amministrarci. Crediamo sia anche questa una questione di sicurezza, oltre che di rispetto e di attenzione (specie verso i cittadini più svantaggiati e fragili).

Domande, queste, e considerazioni concrete che non sembrano trovare attenzione e risposta nei fatti come nelle affermazioni dell’amministrazione, o che addirittura (cosa decisamente più grave) non pare siano state minimamente considerate a monte, in fase progettuale.

Partire dal presupposto che possedere un’auto privata sia l’origine di tutti i mali e fare di tutto per impedirne l’utilizzo (mettendo a rischio anche la circolazione di chi usa anche la bici) senza creare opportunità alternative realistiche, è una posizione talebana (per quanto “profumata” di visione progressista).

Prova ne sia (se dovesse servire) lo sfregio delle enormi aiuole intorno agli alberi di via Mengoli, che sembrano fatte per il dispetto di togliere un ulteriore posto per albero, tra i numerosissimi altri eliminati.

La strada intrapresa temiamo contribuirà a importanti conseguenze negative sul tessuto sociale, che non possono essere trascurate (come quelle di scoraggiare sempre più la socialità e di incentivare la scelta di una “vita a domicilio”… con strade percorse la sera esclusivamente da bici/glovo e da corrieri amazon); conseguenze sociali negative, a nostro avviso, ben lontane dai proclami di (citiamo): “una rinnovata vivibilità, sicurezza e democrazia dello spazio pubblico, […] da restituire a cittadini e imprese e alla pluralità delle funzioni sociali e di incontro, culturali, commerciali, di gioco e sportive proprie della città pubblica” (Lepore), tanto sbandierati da chi ci amministra.

Bologna, 15 ottobre 2023