È notizia di ieri la critica relativa alle anticipazioni sul Bilancio 2024 del Comune, da parte di TIM.BO (Tavolo Metropolitano di coordinamento dell’Imprenditoria Bolognese) che attraverso le dichiarazioni del suo coordinatore e portavoce afferma che le imprese “hanno constatato che anche nel Bilancio 2024 non c’è spazio per interventi significativi a favore dell’economia cittadina e delle realtà imprenditoriali o sociali in sofferenza da anni”.
Per quanto ci riguarda, in attesa di sentire l’eventuale replica del Comune a quelle specifiche critiche, prendiamo atto di come contestualmente emerga la chiara preoccupazione delle imprese bolognesi “per il proliferare dei cantieri che sembrano non seguire una programmazione oculata per minimizzarne i disagi e, in particolare, preoccupa la progettualità sulla viabilità decisa dalla Giunta – senza confronti preliminari – sotto il cappello del Biciplan e di “Città30” esteso a quasi tutte le strade comunali”.
Ma c’è di più se è vero, come è vero, che in un altro passaggio troviamo confermate in pieno le preoccupazioni che noi abbiamo ampiamente sottolineato nella nostra lettera aperta: “L’obiettivo, dichiarato – sostengono sempre gli imprenditori di TIM.BO – è quello di contrastare la mobilità privata, trascurando però completamente le ricadute economiche e sociali di queste scelte. A partire dagli effetti sullo stesso Trasporto Pubblico Locale, fino all’impatto diretto sulla competitività e la tenuta di ampie categorie economiche (trasportatori, artigiani, commercianti) oltre che sulla libertà di movimento delle persone, come sta già emergendo da più parti, da voci autorevoli della nostra città e da gruppi di cittadini e negozianti“.
Ci piace pensare che in quei “gruppi di cittadini” siamo considerati anche noi, a ulteriore conferma del fatto che le nostre istanze di buon senso, rappresentano il sentito sempre più diffuso dell’intera città. Ci incoraggia vedere quanto sia numerosa, articolata e ben rappresentata la Bologna che vuole vivere e che chiede semplicemente di essere ascoltata. La Bologna che crede, come dicono bene le Associazioni economiche, che “la sostenibilità o è anche sociale ed economica o non è nemmeno ambientale“.
Riteniamo che l’amministrazione non possa far finta che queste voci non esistano, continuando a trincerarsi dietro dichiarazioni in cui sembra autoilludersi e autocompiacersi di convinzioni lontane dalla realtà (come quella recentissima secondo cui, sulla base di un questionario, non propriamente aperto al contraddittorio, a cui hanno risposto meno di 20.000 persone, 7 bolognesi su 10 (!?!) sarebbero contenti di BO30 e di tutto ciò che ne deriva…).
Continuiamo anche noi, nel nostro piccolo, a chiedere che si fermino i cantieri e che si avvii finalmente (e subito) quel tavolo di concertazione che non c’è mai stato, in cui possano essere ascoltate le necessità di tutti, per il bene di Bologna e della vita delle persone che la vivono quotidianamente e proprio in quelle stesse strade e che, a guardare solo la mappa topografica, non possono essere viste.
Anche noi cittadini, nel nostro piccolo, siamo pronti a offrire collaborazione e siamo desiderosi di poterlo fare: ascoltateci!
Roberto Anedda
Raccolta firme – Lettera aperta al sindaco
Scrivi un commento