Siamo dei “semplici” cittadini. Quelli che vivono ogni giorno le piccole o grandi complessità della vita, nella normalità del quotidiano.

Quelli che senza fare tanto rumore vanno a lavorare, studiano, sono in pensione, accompagnano i figli o i nipoti a scuola, fanno la spesa, le visite mediche, le passeggiate, si impegnano nel volontariato, stanno vicini ai propri cari meno autonomi, vanno a trovare parenti e amici, vanno al cinema, a teatro, in pizzeria… E siamo anche quelli che poi (di solito) tornano a casa.

Andiamo a piedi e in bicicletta, usiamo i mezzi pubblici, l’auto, la moto… e abbiamo la “presunzione” di ritenerci maturi, responsabili e sensibili alle problematiche (ambientali e non solo) del vivere nel nostro tempo.

Apparteniamo a diverse categorie sociali e culturali, a diverse generazioni; abbiamo idee e convinzioni politiche differenti; abbiamo votato per questo sindaco, abbiamo votato contro…

Amiamo Bologna, la nostra città (anche se non tutti ci siamo nati), e vogliamo poter continuare a viverla. E, possibilmente, sempre meglio!

“Bologna vuole vivere!” è un appello dal basso, una voce che racchiude tante voci e che vuole ricordare a coloro che sono stati delegati a rappresentare gli interessi e i bisogni di tutti, che la città va governata tenendo conto della realtà della sua conformazione e della realtà di chi la vive.

“Bologna vuole vivere!” si fa, qui, grido di totale dissenso riguardo alle politiche di stravolgimento dell’assetto stradale che ci siamo trovati a subire, e alle modalità con cui ci è stato imposto.

Attraverso una lettera aperta e una petizione che coinvolge direttamente noi cittadini

Chiediamo

al sindaco Matteo Lepore, ai membri della giunta comunale, e agli amministratori tutti

di essere ascoltati

allo scopo di rivedere integralmente i progetti che riguardano i quartieri in cui viviamo,

e di essere interpellati, coinvolti e rispettati

nelle scelte che (come queste) impattano così profondamente nella vita quotidiana di tutti noi.