Buonasera presidenti, buonasera a tutti, buonasera ing. Carlini, buonasera dott.ssa Orioli. Ci ritroviamo dopo alcuni giorni dal nostro incontro ristretto di giovedì scorso.
Dopo così pochi giorni le cose non possono ovviamente essere molto diverse nella sostanza, ma lo sono in maniera evidente (almeno, per quanto ci riguarda) nei fatti e nella consapevolezza della realtà delle cose.
Intanto le comunico che il numero delle firme dalle quasi 700 che le avevamo riferito sono ora circa 800… e dietro ogni firma (cartacea) c’è una precisa volontà dei cittadini di far sentire la propria voce. Un gran bell’esempio di democrazia partecipativa dal basso e questo è un dato oggettivo che credo non potrà che far piacere a tutti, anche ai nostri amministratori.
L’altro dato oggettivo (e non meramente “emotivo”) sono proprio queste firme che rappresentano una richiesta di ascolto particolarmente significativa, anche e soprattutto per come sono state raccolte (senza, cioè, avere alle spalle nessuna macchina organizzativa… al di fuori del semplice passaparola).
Giovedì scorso avete fatto capire ai portavoce di tutte queste persone che sono uscite dalle loro case per firmare la nostra petizione, che le decisioni prese sono un punto non sindacabile, in quanto, a vostro dire i dati degli studi tecnici e realizzativi su cui vi siete basati hanno un valore “oggettivo” evidentemente superiore al parere “soggettivo” e (aggiungo) “ignorante” dei cittadini.
E questo lo considero un fatto politico importante, e certamente non trascurabile… che tutti i cittadini devono conoscere.
Nell’incontro di giovedì scorso abbiamo chiesto a lei e all’ing. Carlini di poter avere quei dati, e qui ribadiamo la nostra richiesta. Chiediamo in particolare di conoscere quelli secondo cui Bologna aveva una forte, urgente, necessità di mettere in azione questi interventi. Quali numeri, quali statistiche, quali pareri (in particolare dei cittadini, che Bologna la vivono) hanno portato l’Amministrazione Comunale a stabilire che alcuni bisogni fossero prioritari rispetto ad altri?
Cosa, cioè, quale necessità evidente e incontrovertibile, vi ha portato a decidere che fosse più urgente puntare adesso su un ipotetico miglioramento futuro (tutto da verificare nella sua oggettività e su cui ci sono, già nel presente, diverse posizioni critiche), a scapito tra l’altro di un concreto peggioramento presente, piuttosto che sulla valutazione di soluzioni veramente più inclusive che tenessero conto della complessità dei bisogni dell’intera cittadinanza (e non solo di una parte, a nostro avviso, ampiamente minoritaria)?
La risposta che ci avete dato è: “la sicurezza sulle strade a fronte dei preoccupanti e crescenti numeri di incidenti gravi e mortali sulle strade cittadine”.
Noi temiamo che anche su questi dati (che sono numeri e quindi si possono facilmente verificare) non ci sia stata una valutazione attenta e trasparente (è stata, ad esempio, considerata la specificità di ogni singolo caso?).
Non ci tranquillizza affatto avere saputo (da voi) che la soluzione adottata (e con grande dispendio di risorse economiche pubbliche) sia una soluzione “compromesso” perché, di fronte alla sicurezza, un’amministrazione che tiene davvero ai suoi cittadini, non fa compromessi (che oltretutto scontentano tutti… perché di compromessi di buon senso ce ne potrebbero essere di molto migliori, anche solo quelli che c’erano prima), fa delle scelte coraggiose. Qualunque esse siano. E soprattutto lo fa, identificando e mettendo in fila (in fase progettuale) le reali priorità.
E le priorità dei cittadini, dei lavoratori, e anche delle imprese (come abbiamo appreso di recente) NON sono quelle di impedire (o disincentivare, come ora si cerca di dire in maniera più edulcorata) l’uso delle auto private; ancora meno prioritario (ammesso che sia una politica oggettivamente rispettosa, inclusiva e democratica) è pensare di farlo prima di aver costruito una rete infrastrutturale che offra delle alternative, economicamente sostenibili ed efficaci, all’utilizzo dell’auto privata (dove sono i mezzi pubblici che ci garantiscono gli spostamenti in tutta la città e in qualsiasi ora del giorno? Dove sono gli incentivi che permettono a tutti di usare, senza discriminazioni sociali, i taxi? Il Car sharing è davvero, ad oggi una realtà per tutti e per tutte le occasioni in città? …solo per fare alcuni esempi).
La vita delle persone non è fatta (come avete dichiarato voi) solo di brevi spostamenti che possono essere svolti in bicicletta o a piedi (e questo, gentile assessora, ci tengo a riferirle che la gran parte dei cittadini lo fa già!!), è fatta anche di stanzialità, di imprevedibilità, di urgenze improvvise, di spostamenti più lunghi (per lavoro, socialità, visite mediche, accompagnamenti vari…). Tutte cose che chi ha una famiglia conosce molto bene.
Tutto questo ha anche un altro nome, semplice, altisonante forse, ma che deve poter appartenere a tutti: libertà di scelta consapevole!
Abbiamo letto con attenzione e interesse i risultati dell’Assemblea cittadina per il Clima che il Comune ha promosso e che è giunta di recente alla conclusione; ci abbiamo trovato tante idee e tanti sogni assolutamente condivisibili e anche auspicabili, tra tante altre idee e prassi onestamente poco comprensibili… ma anche lì, persino lì, sebbene si confermi il tipo di priorità che pare sia quello incomprensibilmente intrapreso dal Comune, si parla di gradualità.
Vi chiediamo ancora una volta di fermarvi, di ascoltare i nostri disagi, di rivedere le vostre priorità, di considerare un diritto ancora oggi inalienabile quello di avere la speranza di un posto auto vicino a casa; di considerare la sicurezza di tutti i ciclisti (anche di quelli che definite “tartaruga”… cioè i più fragili!!).
Vi chiediamo di rispettare i bisogni dei bolognesi guardando alle nostre realtà, alle nostre strade e non a quelle di Amsterdam, Copenhagen o Friburgo… perché sono evidentemente differenti! (e non perché i bolognesi sono inferiori “per DNA” agli abitanti di quelle città).
Per concludere chiediamo a tutti i politici presenti, di giunta, consiglieri comunali e di quartiere, di maggioranza e di opposizione: ascoltate le nostre voci… prendetele sul serio, rispettatele… sono voci di persone che pagano le tasse per avere dei servizi, che vivono Bologna, e che sognano di poter vivere davvero una Bologna sempre migliore.
Di questo vorremmo davvero poter ringraziare, un giorno, i nostri amministratori e per questo, nel frattempo, riteniamo urgente continuare a lottare.
Roberto Anedda
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