Anche agosto è alle battute conclusive.
Siamo ormai alla fine di questa (ennesima) boccheggiante estate, che ho vissuto come pochi altri “privilegiati” in città, tra strade deserte e cantieri affollati (protagonisti e padroni assoluti dello spazio, fisico e sonoro, e del tempo cittadino).
Ora le strade cominciano già ad essere meno deserte, mentre i cantieri continuano come prima e più di prima… sempre più affollati, protagonisti e padroni.
Contravvenendo alla fisiologica sonnolenza del tempo estivo che avvolge la maggior parte delle comunità urbane, Bologna quest’anno non si è concessa pause. Tra gli ormai consueti tagli acrobatici di alberi (adeguatamente scortati e proposti persino come nuova attrazione ferragostana), indigestioni di mortadella e salumi vari (che in alcuni pare abbiano provocato mal digerite reazioni urticanti di riflesso), assembramenti da rave party (molto rave e poco party) in aeroporto, animate e coinvolgenti coreografie di rissa urbana in varie zone del centro, quadriglie con spettacolari (per quanto incompleti e non particolarmente aggraziati) “passi di lato”, dichiarazioni unilaterali di riforma dell’organizzazione dal basso della vita dei cittadini dal titolo “i quartieri tornino affar nostro prima che i comitati ci rubino definitivamente la scena”, lancio di pubblicità imbarazzanti (stile z-movie) per imminenti fantasmagoriche riaperture di imprese eccitanti e dal grande futuro (anche se non più “fiche” come un tempo), un paradiso di parcheggi liberi (sogno malsano di tutti i trogloditi utilizzatori compulsivi di autovetture) e… ho già detto cantieri?… insomma, non sono certo mancate le occasioni di svago e di eccitamento in città. Con buona pace di chi (poveretto lui) ha deciso di allontanarsene verso noiosissime mete, più o meno abituali, alla ricerca di un fresco e illusorio relax.
In tutto questo valzer di inaspettate emozioni, si colloca anche la recentissima dichiarazione del primo cittadino in cui (molto in anticipo rispetto al Natale, quindi in tempi assolutamente non sospetti) si mostra così buono, ma così buono, che dice di essere il sindaco anche dei parenti (non si è capito bene fino a quale grado) di un rappresentante di Fratelli d’Italia!
Cose inimmaginabili fino a poco tempo fa… segno evidentissimo che una svolta in città stia davvero avvenendo. Evviva!!
Intanto nella Bologna reale…
Dalle mie parti, in un non remotissimo quadrante di strade, vicoli e palazzi che lentamente ma inesorabilmente si sta ripopolando dopo l’esodo estivo degli sfortunati vacanzieri, ci si chiede quanto questa inebriante euforia estiva abbia influito o possa influire sulle problematiche e le promesse lasciate impolverate da mesi e mesi sui tavoli degli uffici tecnici e degli assessorati del Comune.
In che modo e quando si intende prendere finalmente a cuore le segnalazioni di numerosissimi cittadini che da tempo chiedono che non solo si riconosca (cosa a quanto pare già non facile), ma che si risolva(!) il disagio creato dalla soppressione di un numero indiscriminato di posti auto (in una zona in cui erano già ampiamente insufficienti).
Ci si chiede se e come (e quando) verranno prese in considerazione le proposte fatte in più occasioni dai rappresentanti di un forse troppo “educato” comitato che, rispettoso dei ruoli, non ha mai smesso di confidare sul fatto che le promesse venissero mantenute e di reclamare il diritto di avere voce in capitolo riguardo alle azioni e alle trasformazioni che impattano direttamente (e violentemente) col “proprio” stile e contesto di vita (in linea con quanto reclamano i cittadini di tante altre zone della città).
Intanto il tempo è abbondantemente scaduto. La fiducia concessa è stata ampiamente tradita.
Nessuna delle “soluzioni tampone” garantite in tempi rapidi da chi ci amministra (come la “normalizzazione” delle scandalose aiuole-stagno di via Mengoli, o l’individuazione di nuovi posti auto in strade limitrofe) è stata attuata.
Se tanto mi dà tanto, sembra essere ancora meno probabile la presa in carico dell’unica proposta davvero sensata e risolutiva: la modifica dei percorsi ciclabili con la separazione delle corsie Nord-Sud e Sud-Nord su assi stradali contigui e paralleli (tenendone una su Laura Bassi/Mengoli e l’altra, ad esempio, su Masi/Pelagio Palagi). Proposta, fatta con forza più e più volte, che (unica) permetterebbe con poca spesa e poco sforzo, il ripristino della situazione precedente al disegno delle corsie ciclabili in carreggiata (su ambo i lati) delle vie Mengoli e Laura Bassi: con il recupero totale dei posti auto senza sacrificare il percorso ciclabile del Bici Plan. Della serie: salvare capra e cavoli è possibile, basta volerlo!
La propensione al dialogo e all’ascolto dei nostri amministratori (nelle persone del sindaco Lepore, della capo di gabinetto Madrid, dell’assessora Orioli) e dei responsabili degli uffici tecnici (ing. Carlini) con cui abbiamo avuto modo di confrontarci più volte, si è rivelata, senza troppi giri di parole, del tutto fasulla e di facciata. Il silenzio anestetizzante e temporeggiante (arma utilizzata con familiarità e destrezza) è stato il solo risultato ottenuto.
L’unico intervento realizzato, questo sì tempestivamente (ahimè!), è stato peggiorativo: ovvero la conversione di alcuni posti a strisce bianche e la realizzazione di parcheggi a “rapida rotazione” (ne abbiamo già parlato qui)
Noi, con tutti i cittadini che ci hanno appoggiato, ci sentiamo presi in giro e defraudati della dignità di deleganti degli amministratori della nostra città.
L’estate dunque anche quest’anno, con la sua inaspettata esuberanza per chi ha avuto il piacere di viverla in città, volge lentamente al termine; tra poco ci si rituffa tutti nell’ordinarietà delle altre stagioni, con tante sfide aperte o rinnovate e nuove possibili perturbazioni in arrivo. Si sente già, infatti, che il vento sta cambiando, i segnali sono chiari (e non solo in questo nostro piccolo angolo di strade). È urgente coglierne la direzione perché non si disperda (come troppe altre volte) in un soffio incolore e senza meta, che spettina i capelli e qualche pensiero attaccato un po’ più giù. È tempo di aquiloni, capaci di danzarlo questo nuovo vento e di mostrarlo a chi, rassegnato a un cielo sempre grigio, non crede più ai colori e al volo. (…Per le bandiere, poi, ci sarà altro tempo, e ognuno sceglierà con responsabilità e consapevolezza le proprie, certo che – in un cielo sventolante e colorato – comunque vada quando sarà, le cose torneranno ad essere di tutti e non di pochi, per tutti e non per pochi e potranno anche essere, all’occorrenza, cambiate).
Siamo pronti con le corde? Il vento soffia…
Roberto Anedda – Bologna Vuole Vivere!
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